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Svezia Eolico

La Svezia ha problemi con l’eolico

In Svezia l’opinione pubblica è sempre più contraria all’eolico a terra, per motivi di impatto paesaggistico

Come anche altri paesi nordici, la Svezia vede nell’energia eolica una fonte relativamente economica che può permetterle di distaccarsi rapidamente dalle fonti fossili e raggiungere i suoi obiettivi climatici.

IL PIANO DELLA SVEZIA PER L’EOLICO

Entro il 2040 la Svezia vuole allora portare la sua capacità eolica dagli attuali 28 terawattora a 100 – di cui 80 TWh saranno a terra –, dotandosi di quattromila turbine. Il progetto che, per le sue dimensioni, forse meglio rappresenta le ambizioni del governo di Stoccolma è il parco eolico Markbygden, nella parte nordorientale del paese: una volta completato, sarà il parco onshore più grande d’Europa, con circa 1100 turbine.

Il piano svedese per l’eolico a terra ha però un problema: la contrarietà dell’opinione pubblica, che teme che le turbine finiranno per rovinare la bellezza del paesaggio.

LE PROTESTE LOCALI

POLITICO fa l’esempio di un progetto, portato avanti dalla società di energie rinnovabili tedesca wpd, per la costruzione di trenta turbine eoliche alte 250 metri su una collina di nome Ripfjället, nei pressi del villaggio di Malung. L’opposizione popolare è molto forte: è nata un’associazione – No to Wind Power on Ripfjället – che, pur non dicendosi contraria all’eolico per principio, pensa che non sia quello il luogo adatto per un impianto del genere.

“Costruite le turbine vicino alle città, dove c’è necessità di energia”, ha detto a POLITICO Arne Söderbäck, a capo dell’associazione. A suo dire, i benefici economici o ecologici portati dal parco eolico non sono ripagati dai danni all’ambiente naturale, alla fauna locale e alle persone che vivono nei dintorni. Malung è anche una località turistica, e alcuni imprenditori temono che l’impatto paesaggistico delle turbine possa danneggiare le loro attività, riducendo l’afflusso di clienti che ricercano panorami naturali.

CALA IL SOSTEGNO PUBBLICO ALL’EOLICO

A livello nazionale, un recente sondaggio condotto dall’Università di Göteborg ha evidenziato che il sostegno popolare verso gli investimenti nell’energia eolica è in calo: gli svedesi che dicono di volere più parchi eolici sono il 65 per cento, ma dieci anni fa erano l’80 per cento.

A Malung, toccata direttamente dalle turbine, un referendum tenuto l’anno scorso sul progetto di Ripfjället ha mostrato che solo il 44,6 per cento dei votanti è favorevole; i contrari sono il 52,1 per cento.

UN PROBLEMA (ANCHE) POLITICO

La resistenza locale ai progetti eolici è un problema per il governo svedese, guidato dal Partito socialdemocratico e dal Partito verde. La Svezia si è dotata di uno dei piani climatici più ambiziosi di tutta Europa: entro il 2040 tutta l’elettricità nel paese dovrà essere generata da fonti rinnovabili, con l’eolico chiamato a svolgere un ruolo chiave.

Un target così aggressivo richiede una rapida espansione della capacità rinnovabile. Per velocizzare le procedure autorizzative dei progetti, il ministro dell’Ambiente Per Bolund, del Partito verde, ha proposto di ridurre i poteri di veto delle autorità municipali. È una proposta rischiosa sul piano politico, visto che potrebbe danneggiare la popolarità dei partiti di governo in località come Malung – dove cioè ci sono progetti di costruzione di parchi eolici – in vista delle elezioni generali dell’anno prossimo. Le opposizioni di centrodestra e di estrema destra stanno cercando di capitalizzare i sentimenti di ostilità popolare verso l’eolico onshore per guadagnare consensi.

LA SVEZIA NON È SOLA

La Svezia non è l’unico paese europeo toccato da forme di protesta contro gli impianti eolici: è così in Norvegia, per citare un altro paese nordico, ma anche in Italia.

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