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Clima

COP26, cosa ha detto il ministro Costa all’audizione in Parlamento

Alla COP26 l’Italia giocherà il ruolo di “facilitatore”, ha detto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa

Stamattina si è tenuta l’audizione del ministro dell’Ambiente Sergio Costa sull’iniziativa italiana per l’organizzazione della COP26 – la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, prevista per novembre 2021 – e della COP-giovani.

LA COP26 E I GIOVANI

“Il vero grande evento di novità della COP26”, ha detto Costa, è proprio l’evento dedicato ai giovani, chiamato Youth for Climate: i temi, ha precisato il ministro, saranno gli stessi dell’agenda della conferenza.

“Faremo coincidere la terza giornata dello Youth for Climate con la prima della pre-COP”, in modo che i giovani e le personalità del mondo politico possano “dibattere insieme e costruire la dichiarazione dei giovani”. “È la prima volta”, ha detto Costa, “che si lega un evento giovani alla COP. L’auspicio nostro e delle Nazioni Unite è che questo evento diventi strutturale” nelle COP successive.

“Puntiamo ad accogliere quattrocento giovani circa, con parità di genere, due per ciascuno dei 197 paesi firmatari della convenzione sui cambiamenti climatici”. La selezione avverrà nelle prossime settimane.

Costa ha menzionato il Climate Ambition Summit, lanciato lo scorso dicembre e “mirato a stimolare un maggiore impegno sul fronte della finanza climatica”: l’Italia vi ha destinato 30 milioni di euro.

GLI OBIETTIVI DI DECARBONIZZAZIONE NEL MONDO

Costa ha parlato poi del “moltiplicarsi di segnali incoraggianti”, a livello internazionale, per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi e la definizione di strategie “di lungo termine e ambiziose” per la riduzione delle emissioni inquinanti.

Costa ha menzionato la Cina, che ha annunciato il raggiungimento della neutralità carbonica al 2060, e il Giappone e la Corea del sud, che si sono imposti come data ultima il 2050, “sulla stessa linea dell’Unione europea”.

COSTA: NEL PNRR C’È ECONOMIA CIRCOLARE

L’Unione europea – “su spinta italiana”, assieme a Francia e Spagna, ha detto Costa – si è data, con il Consiglio europeo di dicembre, l’obiettivo del taglio delle emissioni nette del 55 per cento, rispetto al 1990.

Il nuovo obiettivo europeo significa, per l’Italia, “inevitabilmente un nuovo Piano nazionale integrato energia e clima”, con la partecipazione del mondo produttivo. Il ministro ha anticipato che nel PNRR (il Piano nazionale di ripresa e resilienza) “c’è il tema dell’economia circolare”.

IL RUOLO DELL’ITALIA NELLA COP26

Costa ha detto che c’è un “importante lavoro di facilitazione da fare, nella pre-COP e nella COP” per spingere quei paesi che non l’hanno ancora fatto ad assumere contributi a livello nazionale e “orizzonti” per la decarbonizzazione.

“Noi puntiamo a portare a Milano, alla pre-COP, paesi chiave come gli Stati Uniti, la Cina, l’India, il Brasile, l’Indonesia, la Russia, il Sudafrica, l’Arabia Saudita […]. Averli alla pre-COP significa [per l’Italia, ndr] giocare con efficacia il ruolo di facilitatore”.

La COP26 sarà organizzata da Italia e Regno Unito. Costa ha precisato che “non c’è subalternità” di un paese rispetto all’altro. “Il ruolo dell’Italia è di facilitatore”, ha ribadito, “specie nei confronti di quei paesi in cui la diplomazia del Regno Unito incontra più difficoltà”.

A FEBBRAIO INCONTRO CON L’AMMINISTRAZIONE BIDEN

Costa ha salutato con favore l’annuncio del presidente eletto Joe Biden di far rientrare gli Stati Uniti – definiti “un partner di eccezione” – nell’accordo di Parigi. Ha anticipato che a febbraio si riunirà con il suo omologo statunitense.

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