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Carbone

La proposta di Citigroup per gli investimenti sostenibili nel carbone

Il piano Coal to Zero di Citigroup cerca di definire un approccio ambientalmente e socialmente sostenibile all’estrazione del carbone

La banca americana Citigroup sta lavorando ad un “veicolo di investimento” pensato per le miniere di carbone che dovrebbe permettere di contenere l’impatto dell’abbandono del settore da parte delle grandi aziende.

LE PRESSIONI SULLE AZIENDE MINERARIE

Le maggiori compagnie minerarie del mondo, infatti, sono incalzate dagli investitori che chiedono loro di interrompere la produzione di carbone termico (il combustibile fossile più inquinante) e non sanno bene cosa fare dei propri asset.

Le miniere che verranno cedute ad altri soggetti – come spiega Bloomberg – continueranno comunque ad operare: il beneficio climatico sarebbe nullo. Società minerarie più piccole, poi, potrebbero non essere sottoposte allo stesso grado di monitoraggio riservato a quelle grandi, cosa che potrebbe indurle ad operare con minore rispetto delle regole di impatto ambientale.

IL PIANO COAL TO ZERO

Stando a documenti visti da Bloomberg, Citigroup si è riunita con grandi investitori istituzionali a Londra per proporre un piano chiamato “Coal to Zero”. L’iniziativa – ancora alle sue fasi iniziali – è sostenuta tra gli altri da Trafigura, una delle principali società di commercio di materie prime.

Coal to Zero prevede innanzitutto l’acquisto delle migliori miniere di carbone, che verranno gestite con l’obiettivo di generare profitto ma con l’impegno di una loro chiusura prima del 2045. Non è previsto però un aumento della produzione; in cambio, gli investitori riceveranno dividendi annuali corrispondenti alla quasi interezza del profitto della compagnia. Una certa percentuale dei ricavi sarà destinata ad un fondo per le comunità locali.

LE CRITICHE DEGLI AMBIENTALISTI

Per gli ambientalisti e i climatologi, tuttavia, la data fissata per la chiusura delle miniere è comunque troppo lontana e ritengono che il carbone debba venire eliminato dai mix energetici molto prima se si vorranno rispettare gli obiettivi sulla riduzione delle emissioni di gas serra.

COSA HA DETTO CITIGROUP

L’anno scorso Citigroup ha fatto sapere che entro i prossimi dieci anni non fornirà più servizi finanziari alle compagnie che producono carbone termico e che entro il 2030 avrà azzerato la propria esposizione creditizia.

La banca ha definito Coal to Zero un “veicolo di investimento […] che faciliterà una transizione ordinata nel settore dell’estrazione del carbone”. Sarà “focalizzato sulla decarbonizzazione globale attraverso l’acquisizione, la gestione responsabile e il ritiro dal servizio degli asset a carbone con un anticipo significativo rispetto alla fine” del loro ciclo di vita.

CAPITALI PRIVATI E IMPATTO SOCIALE POSITIVO

L’iniziativa “mira ad impiegare capitali privati per sostenere un’uscita ordinata dal carbone in un modo che sia equo per le persone e le comunità colpite. Nel farlo, intende generare un impatto ambientale e sociale positivo e misurabile, insieme ad un ritorno finanziario per gli investitori”.

SCETTICISMO

Secondo fonti sentite da Bloomberg, alcuni degli investitori hanno accolto la proposta di Citigroup con un certo scetticismo. Benché Coal to Zero ricerchi un approccio ambientalmente e socialmente sostenibile all’estrazione del carbone, di fatto gli investitori trarranno profitto da questi asset in maniera simile alle aziende da cui li hanno acquistati.

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