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Gas

L’Italia ottiene aumenti di gas dall’Algeria, e adesso?

Cosa cambia con l’accordo tra Italia e Algeria sugli aumenti di gas siglato ieri da Draghi. Fatti, numeri, prospettive 

Le mosse del governo italiano possono riaccendere la politica estera nostrana. Ieri il premier Mario Draghi ha siglato un accordo con l’Algeria. La stretta di mano con il capo di Stato Abdelmadjid Tebboune ha significato l’espansione del carico di gas attraverso il TransMed per 9/10 miliardi di metri cubi annui. Ormai è chiaro, l’Italia si sta muovendo (eccome) per scalzare la Russia dalle forniture verso Roma.

DRAGHI OTTIENE AUMENTI DI GAS DA ALGERI, COSA SIGNIFICA

L’accordo siglato ieri ad Algeri vale “3 miliardi di metri cubi in più subito, altri 6 nel 2023”, ha precisato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Nel caso di un supporto anche dalla Libia si arriverebbe a 11 miliardi. Come ricorda Marco Dell’Aguzzo su Start, ad essere oggetto delle relazioni energetiche italo-algerine è il gasdotto TransMed. Un tubo che “ha una capacità di 30 miliardi di metri cubi all’anno; nel 2021 l’Italia ha importato dall’Algeria 21 miliardi di metri cubi di gas, facendo del paese il secondo maggiore fornitore dopo la Russia (29 miliardi di metri cubi nello stesso anno). Nel 2021 il consumo italiano di gas è stato di 76 miliardi di metri cubi circa, proveniente per la quasi totalità dall’estero”. In termini di prezzo, il gas arriverà alle cifre di oggi. Ma in che tempi? Si pensava già quest’anno, dovremo attendere almeno il prossimo.

“Nel periodo indicato da Descalzi, cioè al 2024, significa recuperare all’ingrosso 20-25 miliardi di metri cubi sui 29 importati dalla Russia nel 2021” dice il Fatto Quotidiano.

LE PROSSIME MOSSE DEL GOVERNO ITALIANO

Ma non finisce qui. Come successo al ministro degli Esteri Di Maio alcune settimane fa, adesso il premier Draghi sta inanellando una serie di visite in Africa per garantire un nuovo futuro energetico per il paese. Dopo Pasqua, ricorda Francesco Giubilei sul Giornale, l’inquilino di Palazzo Chigi “si recherà nella Repubblica del Congo (visita “preceduta da un colloquio telefonico, a metà marzo, durante il quale il premier aveva già discusso con il presidente della Repubblica dello Stato centroafricano, Denis Sassou Nguesso” ricorda il Sole 24 Ore) per avere altri 5 miliardi di metri cubi annui di gas naturale liquefatto. Poi in Angola e Mozambico.

La questione energetica è centralissima e dev’essere affrontata anche indipendentemente dalle mosse di Bruxelles.

 

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