Advertisement Skip to content
Rifiuti

Plastica e riciclo: cosa si è detto al convegno Utilitalia-Ecomondo

La plastica rappresenta il 13% del totale dei rifiuti urbani, ma la sua incidenza va calando durante il ciclo di gestione, dice ISPRA. D’Aprile parla di apertura al riciclo chimico

Stamattina si è tenuto il convegno La filiera della plastica nella gestione dei rifiuti urbani, curato da Utilitalia e dal Comitato tecnico scientifico di Ecomondo: vi hanno partecipato diversi operatori nazionali come AMIU Genova, Revet, I.Blu (Iren) e Aliplast (Herambiente).

I DATI ISPRA

La tavola rotonda si è aperta con la relazione di Andrea Lanz di ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), che ha fornito alcuni dati di contesto.

In Italia i rifiuti urbani ammontano a 30 milioni di tonnellate l’anno, mentre quelli speciali a 143 milioni. La plastica rappresenta il 12,9 per cento del totale dei rifiuti urbani, ma la sua incidenza va calando nel corso del ciclo di gestione dei rifiuti urbani: la plastica rappresenta infatti il 7,8 per cento dei rifiuti raccolti in modo differenziato (è costituita per il 94 per cento da rifiuti di imballaggio) e il 5 per cento della quota riciclata.

Tra le principali criticità legate al riciclaggio della plastica ISPRA ha segnalato i bassi livelli di riutilizzo e riciclaggio di plastiche a fine vita, specie se paragonate ad altri materiali come la carta o il vetro; le elevate percentuali di smaltimento in discarica e di incenerimento; e infine la scarsa domanda di plastiche riciclate sul mercato.

La strategia europea per la plastica, secondo ISPRA, “pone le basi per una nuova economia della plastica, inserendola nella cornice più ampia dell’economia circolare ed individuando specifici obiettivi, tra cui quello di assicurare entro il 2030 la piena riciclabilità di tutti gli imballaggi immessi sul mercato, nonché il riciclaggio di oltre la metà dei rifiuti plastici. Intende, inoltre, stimolare la domanda di plastica riciclata”.

Per quanto riguarda i rifiuti di imballaggio in plastica, i nuovi target di riciclaggio europei prevedono il 50 per cento entro fine dicembre 2025 e il 55 per cento entro fine dicembre 2030.

L’analisi di ISPRA ha inoltre rilevato che “una parte dei rifiuti urbani in plastica si disperde nella frazione mista di natura urbana”.

L’INTERVENTO DI D’APRILE (ECi)

Al convegno è intervenuta anche Laura D’Aprile, direttrice della Direzione generale per l’economia circolare (ECi) del ministero dell’Ambiente.

“In questa fase storica il ministero”, ha detto D’Aprile, “si occupa del tema delle plastiche sia nei tavoli internazionali sia nell’ambito nazionale, anche per il prossimo recepimento della direttiva SUP”, quella per le Single Use Plastics. “Lo svolgimento dei lavori in ambito internazionale è piuttosto rapido”.

“Abbiamo ritenuto, con il ministero dello Sviluppo economico ed ISPRA, di introdurre il tema del riciclo chimico nella bozza di conclusioni del consiglio proposta dalla presidenza tedesca. La posizione nazionale è sicuramente di apertura alla tecnologia del riciclo chimico, intesa però come tecnologia complementare al recupero di materia. In tal senso, il riciclo chimico è volto al raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio imposti a livello europeo e recepiti con il pacchetto economia circolare. Questa apertura al riciclo chimico è importante per il settore; ci veniva sollecitata dagli operatori e credo sia rilevante anche per lo sviluppo produttivo nazionale”.

D’Aprile ha poi parlato della “necessità di migliorare i sistemi di raccolta: c’è ancora molto che non viene raccolto, ce lo dicono i dati ISPRA”. Ha anche sottolineato l’urgenza di un “rafforzamento nel recepimento del pacchetto economia circolare, dei sistemi collettivi e quindi dei consorzi, anche con accordi di comparto”.

“Tutto questo fa parte della strategia per l’economia circolare che sviluppiamo congiuntamente al ministero dello Sviluppo economico, così come ci viene sollecitato in sede comunitaria. E che passa dalla prevenzione della produzione di rifiuti. Stiamo sviluppando una strumentazione di supporto di tipo finanziario alla realizzazione di impianti”, attraverso sia “i fondi FSC che del Recovery Plan”.

In chiusura del suo intervento D’Aprile ha menzionato altri due “punti fondamentali”: la “decretazione sull’end of waste e l’implementazione di criteri ambientali minimi per gli appalti”.

LE CONCLUSIONI DI UTILITALIA

Filippo Brandolini, vicepresidente di Utilitalia, ha ricordato che “sul tema della plastica è indispensabile avere un approccio razionale, che muova da conoscenze tecniche e scientifiche. Bisogna rifuggire invece l’approccio emotivo, prevalente, che tende a demonizzare la plastica. La plastica è indispensabile. Siamo usciti da una crisi pandemica, nella quale stiamo rientrando, e in queste situazioni abbiamo avuto la contezza di quanto la plastica sia stata fondamentale per la sicurezza alimentare e sanitaria. Non possiamo farne a meno nella quotidianità”.

“La plastica”, ha proseguito Brandolini, “è stata un fattore di miglioramento della qualità della vita: ha favorito i consumi di massa nella seconda metà del secolo scorso e serve a sostituire quei materiali che sono presenti in maniera limitata nel pianeta. Non possiamo perciò pensare di avere un approccio emotivo alla plastica: la plastica va gestita”.

Sul potenziamento della raccolta differenziata, Brandolini ha citato una stima di Utilitalia, secondo la quale “per sviluppare la raccolta differenziata in tutto il territorio nazionale occorrono circa 800 milioni di investimenti”. Ma occorre anche “un sistema di copertura dei costi di svolgimento del servizio”, oltre a tenere conto delle particolari realtà territoriali. “Occorre supportare la raccolta differenziata con un sistema impiantistico più distribuito sul territorio nazionale”.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su