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Rusal

Il piano di Rusal sull’alluminio sostenibile

La società russa Rusal sta lavorando ad un metodo “carbon-free” per la produzione su larga scala di alluminio

La compagnia russa Rusal, il maggiore produttore di alluminio al mondo al di fuori della Cina, ha intenzione di creare una nuova società dove convogliare le fonderie e le raffinerie a maggiore intensità di carbonio, in modo da potersi concentrare meglio sul cosiddetto alluminio “verde”.

RUSAL CAMBIA NOME

Rusal ha annunciato a proposito che cambierà nome in AL+ e che terra per sé le dodici fonderie e raffinerie più moderne, oltre che gli asset minerari più importanti. Manterrà anche la sua quota del 28 per cento circa nella società mineraria-metallurgica russa Nornickel, uno dei maggiori produttori al mondo del nichel utilizzato nelle batterie dei veicoli elettrici.

ALLUMINIO “CARBON-FREE”

Come spiega il Financial Times, Rusal sta lavorando ad un metodo “carbon-free” per la produzione su larga scala di alluminio, utilizzato nella produzione di turbine eoliche e automobili elettriche, tra le altre cose. Il metodo prevede la sostituzione, nel processo di fusione, degli anodi di carbonio con un tipo di materiale diverso, che rilascia ossigeno invece che CO2. Rusal non è la sola ad aver puntato sull’alluminio “sostenibile”: lo stanno facendo altri importanti produttori come Rio Tinto e Alcoa.

La società che nascerà dallo scorporo da Rusal, ancora senza nome, controllerà cinque fonderie e quattro raffinerie, più due miniere per l’estrazione di bauxite, dal quale si ricava l’allumina che, a sua volta, permette di ottenere l’alluminio.

QUOTAZIONE ALLA BORSA DI MOSCA

Greg Barker, ex-ministro dell’Energia del Regno Unito e direttore esecutivo di EN+ Group – la compagnia idroelettrica e metallifera che possiede il 57 per cento di Rusal –, ha detto di volere che la società scorporata venga quotata alla borsa di Mosca. Sarà lui ad assumerne la presidenza ad interim. Lo scorporo dovrebbe venire completato entro il primo trimestre del 2022.

EN+ PUNTA ALLO ZERO NETTO AL 2050

Barker ha spiegato che il piano di scorporo rientra in una più ampia revisione strategica di EN+ che è stata avviata lo scorso gennaio, quando la compagnia ha annunciato che ridurrà le proprie emissioni di gas serra del 35 per cento entro il 2030 per raggiungere lo zero netto nel 2050.

Barker ha detto al Financial Times che “è chiaro che le diverse parti del gruppo si muovono a velocità diverse e hanno diverse esigenze di finanziamento”, specificando però che EN+ non abbandonerà “le nostre attività ad alto contenuto di carbonio”.

LE EMISSIONI DELL’ALLUMINIO

Come scrive il quotidiano, l’alluminio è considerato “elettricità solida” per via della grande quantità di energia necessaria a trasformare l’allumina in alluminio.

Il settore produce emissioni per 1,1 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno e – stando al World Economic Forum – genera circa il 2 per cento delle emissioni globali legate all’attività umana. Rusal produce il 6 per cento dell’alluminio nel mondo.

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