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Rinnovabili

Sen 2017, più gas e auto ecologiche. Addio al carbone

Anche efficienza energetica, riduzione del gap dei prezzi con l’Europa e investimenti in ricerca e sviluppo. Ecco la Sen 2017 presentata dal governo e in consultazione fino all’11 novembre

 

Competitività, clima e sicurezza del sistema energetico. Sono questi gli obiettivi fondamentali, coerenti con i piani Ue, della Strategia energetica nazionale 2017 posta in consultazione in attesa della presentazione del documento finale prevista per il prossimo 11 novembre. L’orizzonte temporale è il 2030 e le parole d’ordine sono incentivazione per auto elettriche, a metano o ibride, stop al carbone entro il 2025 (o al più tardi al 2030) e incremento delle rinnovabili. Ma anche efficienza energetica, riduzione del gap dei prezzi del gas con l’Europa e investimenti in ricerca e sviluppo.

In totale sono 251 i soggetti che hanno inviato contributi completi e 838 quelli che hanno formulato osservazioni e commenti, in particolare su rinnovabili, efficienza, sicurezza e mercati energetici. Mentre più in generale i contributi si sono concentrati sulla necessità di predisporre uno scenario al 2050 anziché al 2030 e di avviarsi verso una completa o comunque significativa decarbonizzazione del paese.

Mobilità: si punta a elettrico e gas naturale

Uno dei pilastri del piano energetico è quello di accelerare il rinnovo e la riduzione del parco auto circolante, aumentando al contempo le stazioni di ricarica elettriche a 19mila stazioni entro il 2020. Stesso discorso per i punti vendita del gas naturale compresso che dovrebbero arrivare a 2.400 e del Gnl che si stimano in crescita fino a 800 unità. I contributi esterni mostrano una serie di opinioni equamente divise tra chi supporta la sola mobilità elettrica – chiedendo di fissare una data per il bando di auto diesel e a benzina e incentivi sostanziosi per chi compra veicoli “puliti” – e chi invece è favorevole alla neutralità tecnologica delle mobilità alternative (e chiede una transizione guidata da gas, Gnl, biometano e biocarburanti ma anche il rinnovo del parco veicoli italiano). Una minoranza si schiera, infine, a favore di altre priorità come biciclette, car sharing e cura del ferro – chiedendo la riduzione del parco circolante -, o a favore dell’idrogeno.

Carbone: stop nel 2025 o nel 2030, ma attenzione all’occupazione

L’idea contenuta nella Sen prevede la chiusura degli impianti termoelettrici a carbone: “Sarà una spinta sulla tecnologia e sulla qualità della vita, ma se vogliamo anticipare l’uscita dobbiamo essere sicuri nella produzione di energia elettrica. Per questo il gas sarà l’energia di transizione”, ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che insieme a quello dell’Ambiente Gian Luca Galletti è stato sentito in commissione durante la presentazione della Strategia. Naturalmente saranno da prendere in considerazione le stime degli investimenti diretti aggiuntivi, delle azioni da mettere in atto e il tema degli eventuali rimborsi per investimenti non recuperati (stranded costs) ma solo nel caso di un orizzonte temporale al 2025. Per quanto riguarda i contributi effettuati da terzi è stata chiesta attenzione soprattutto all’impatto occupazionale derivante dalla chiusura degli impianti. Per questo i contrari alla decarbonizzazione accelerata hanno chiesto di non scaricare i costi aggiuntivi sulla collettività, di favorire la riconversione delle centrali in poli innovativi di produzione energetica e di garantire comunque il sistema elettrico. I favorevoli alla decarbonizzazione accelerata hanno chiesto invece di percorrere la strada di una transizione basata sull’uso del gas, con un rafforzamento del meccanismo di Ets e l’applicazione di un meccanismo Eps.

Rinnovabili: obiettivo 27% dei consumi complessivi

I target prevendono di raggiungere il 27% di produzione di energia da rinnovabili sui consumi complessivi al 2030 di cui FER elettriche tra il 48 e il 50% rispetto al 33,5% del 2015, FER termiche tra il 28 e il 30% rispetto al 19,2% dello scorso anno e nei trasporti tra il 17 e il 19% rispetto al 6,4% del 2015.

I contributi in questo ambito da parte di associazioni ambientaliste e imprese si sono concentrate nel richiedere obiettivi più ambiziosi al 2030 (con le Fer al 30% e quelle elettriche al 55%) mentre associazioni di categoria e aziende hanno chiesto una maggiore prudenza e valutazione del rapporto costi/benefici. Infine, le associazioni di tutela paesaggistica hanno contestato un uso eccessivo del territorio, costi e impatti e richiesto un ridimensionamento delle rinnovabili elettriche a favore di efficienza energetica e Fer termiche.

Tra le altre proposte di discussione la continuità per tre anni degli attuali sistemi incentivanti e poi il passaggio a nuove forme contrattuali a lungo termine. Risulta una certa divisione, invece, sulla neutralità tecnologica all’interno della quale l’orientamento prevalente è quello di fare eccezioni per le tecnologie più costose o di realizzare aste settoriali. Le altre richieste formulate chiedono, ad esempio, di rimuovere il divieto sulle aree agricole per il fotovoltaico, un premio per l’autoconsumo e semplificazioni in particolare per i rifacimenti: tempi più brevi, e no ad autorizzazione per le basse potenze.

Efficienza energetica: tra il 2021 e il 2030 taglio di 9 Mtep annui dei consumi

Sotto il profilo dell’efficienza energetica l’obiettivo complessivo stabilito dalla Sen prevede una riduzione di 9 Mtep annui dei consumi dal 2021 al 2030, contestualmente a un cambio di mix settoriale per favorire il raggiungimento dei target di riduzione Co2 non-Ets (in uno scenario di crescita costatante dell’economia pari all’1% annuo di aumento del Pil tra il 2021 e il 2030) in particolare su residenziale e trasporti che di fatto contribuiranno a oltre la metà della riduzione attesa dei consumi. Scendendo nei dettagli, è previsto un recupero di efficienza del 24-28% a livello industriale (2,5 Mtep), del 13-15% nel terziario (1,5 Mtep) del 21-25% nel settore trasporti (2 Mtep) e del 34-38% nel residenziale (3,5 Mtep). Qui i contributi hanno evidenziato soprattutto la necessità di una strategia di riqualificazione degli edifici e di integrazione delle rinnovabili con requisiti minimi di efficienza. È stato chiesta inoltre la stabilizzazione dell’ecobonus, un fondo di garanzia per gli ecoprestiti e la fine della povertà energetica. Ma anche l’estensione a tutte le P.A. locali dell’obbligo del 3% annuo di riqualificazione. Nel settore trasporti le opinioni sono divergenti tra chi chiede di supportare solamente la mobilità elettrica e chi invece è favorevole alla neutralità tecnologica della mobilità alternativa. Infine, nel settore industriale viene richiesto un quadro regolatorio stabile che punti ad aggredire i risparmi di settore attraverso lo strumento dei certificati bianchi. Più in generale per la Governance di settore viene richiesta l’istituzione di una cabina di regia per definire tecnicamente le misure e semplificare il quadro normativo, magari predisponendo un testo unico sull’efficienza energetica.

Gas ed elettricità: obiettivo azzera il gap con l’Europa

gasNel settore gas la Sen prevede di azzerare il gap di costo con il nord Europa, che nel 2016 è stato pari a circa 2€/MWh ma anche di ridurre il differenziale sui prezzi dell’elettricità rispetto alla media Ue, pari nel 2015 a circa 35€/MWh (considerando i costi complessivi ini bolletta) per la famiglia media e intorno al 25% per le imprese. Sempre nell’audizione il titolare del Mise ha spiegato che nella Strategia energetica nazionale non sarà previsto lo sviluppo di nuova capacità di rigassificazione, ma solo un monitoraggio del quadro attuale. Proprio sul gas la maggior parte dei contributi si sono divisi tra chi ritiene si debba puntare subito sulle rinnovabili e chi vede nel gas la fonte perfetta per la transizione. Naturalmente i primi vedono una sovrastima degli scenari di utilizzo del gas e delle infrastrutture, gli altri segnalano invece la necessità di aumentare i collegamenti tramite gasdotti e Gnl. C’è unanimità, al contrario, sull’utilizzo del Gnl soprattutto nei trasporti marini e terrestri e nelle realtà industriali collegate alle reti gas. Mentre la maggioranza si è detta contraria alla realizzazione di un nuovo rigassificatore flottante transitorio a favore di un maggiore uso dei terminali esistenti al momento sottoutilizzati proponendo di allocare i servizi mediante asta.

Ricerca e sviluppo

In questo ambito, infine, la proposta della Sen prevede di raddoppiare il valore delle risorse pubbliche dedicate agli investimenti in ricerca e sviluppo in ambito clean energy : da 222 milioni di euro nel 2013 a 444 milioni di euro nel 2021.

 

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