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Giappone Petrolio

Il Giappone vuole usare l’ammoniaca come combustibile nelle centrali

Entro il 2050 la domanda di ammoniaca in Giappone potrebbe arrivare a 30 milioni di tonnellate all’anno

Il ministero dell’Economia, del commercio e dell’industria del Giappone ha preparato una bozza di piano per l’aumento dell’utilizzo di ammoniaca come combustibile per la generazione di energia, in accordo con l’obiettivo di neutralità carbonica fissato al 2050. Tokyo vuole che, entro quella data, l’idrogeno – inclusa l’ammoniaca, più facile da trasportare e stoccare – rappresenti il 10 per cento del mix energetico nazionale.

COSA PREVEDE IL PIANO

Il piano prevede che entro il 2030 il Giappone raggiunga un tasso del 20 per cento di co-combustione dell’ammoniaca nelle centrali a carbone. La quota verrà portata al 50 per cento negli anni successivi e poi, progressivamente, al 100 per cento, una volta che gli impianti saranno stati pienamente riconvertiti.

LA DOMANDA DI AMMONIACA AL 2050

Entro il 2050 la domanda giapponese di ammoniaca potrebbe arrivare a 30 milioni di tonnellate all’anno, pari a 5 milioni di tonnellate di idrogeno liquefatto. Attualmente, invece, la domanda si aggira intorno al milione di tonnellate l’anno, coperta per l’80 per cento dalle forniture domestiche. Nel 2020 le importazioni sono peraltro diminuite del 9 per cento su base annua: 213mila tonnellate in tutto, per il 60 per cento provenienti dall’Indonesia.

PIÙ INFRASTRUTTURE ED INVESTIMENTI

Viste però le previsioni sull’aumento del consumo, il ministero dell’Economia invita il paese a sviluppare infrastrutture che possano garantire forniture stabili dall’estero. Tokyo ad esempio ha chiesto alle aziende di garantirsi un accesso all’ammoniaca nel medio e lungo termine attraverso investimenti all’estero nel gas naturale e nelle fonti rinnovabili (utilizzabili per l’ottenimento di ammoniaca “blu” e “verde”, rispettivamente).

LE COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI

Sull’ammoniaca e l’idrogeno il Giappone sta già collaborando con l’Arabia Saudita e con gli Emirati Arabi Uniti – i suoi due principali fornitori di petrolio –, ma anche con la Russia e con l’Australia.

RICORRERE A TUTTE LE TECNOLOGIE DISPONIBILI

Il ministro dell’Economia Hiroshi Kajiyama aveva detto al Financial Timesi che, nella ristrutturazione del mix energetico giapponese, le fonti rinnovabili avranno la priorità. Ma ha tuttavia aggiunto che le condizioni geografiche obbligheranno il paese a ricorrere a tutte le tecnologie disponibili: la cattura e lo stoccaggio del carbonio, l’energia nucleare e anche l’importazione di idrogeno e ammoniaca.

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