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Cobalto

Batterie, come si organizzano i produttori di cobalto

I produttori di cobalto stanno cercando di distaccarsi dalla Repubblica democratica del Congo e puntano sull’accumulo di scorte

I principali produttori di cobalto, un metallo utilizzato nelle batterie dei veicoli, stanno cercando di portare il mercato ad una situazione di equilibrio attraverso una serie di investimenti nelle miniere e di loro riaperture, con l’obiettivo di ridurre la volatilità del prezzo di questo materiale.

UN CAMBIAMENTO DI TENDENZA

La riapertura della miniera di rame e cobalto di Mutanda, nella Repubblica democratica del Congo, da parte di Glencore, assieme ad un grande investimento della cinese Huayou nella produzione di cobalto e nichel in Indonesia, rappresentano il segnale di un cambiamento di tendenza nell’industria del cobalto, che sta adottando una struttura di mercato più sicura e verticalmente integrate, meno basata sul commercio speculativo.

Lo scrive Argus, che aggiunge che gli investimenti di grandi produttori di batterie – come quello della cinese CATL nelle miniere in Congo – confermano questo processo in atto.

COME EVOLVE IL MERCATO

David Brocas, che si occupa di commercio di cobalto in Glencore, ha detto recentemente ad una conferenza del Cobalt Institute che “il mercato del cobalto, pur continuando ad essere un mercato piccolo, sta crescendo velocemente e sta mostrando i segni di un mercato più efficiente, trasparente e sicuro”. Brocas ha aggiunto che fino a pochi anni fa, i clienti organizzavano i loro approvvigionamenti di idrossido di cobalto su base annuale, mentre oggi lo fanno “su almeno una base quinquennale”, garantendo maggiori certezze alle società minerarie.

DISTACCO DAL CONGO E ACCUMULO DI SCORTE

I produttori di cobalto stanno cercando di distaccarsi dalla Repubblica democratica del Congo, per via degli abusi dei diritti umani spesso legati all’estrazione mineraria, per investire in attività in Indonesia, Australia e Canada, puntando inoltre sull’accumulo di scorte del metallo.

Brocas ha detto a proposito che Glencore ha deciso di accumulare scorte di materiale “in un polo commerciale asiatico, che spiega in parte perché alcuni dei nostri clienti non hanno sentito l’impatto del COVID-19 e i problemi logistici”. Ha menzionato anche l’aumento della capacità di dissoluzione del metallo da parte delle aziende chimiche in Cina, che ha agito da “valvola di sicurezza” quando i prezzi del cobalto hanno raggiunto un picco lo scorso marzo: sono arrivati a più di 25 dollari a libbra, contro i 15,9 circa del dicembre precedente.

Brocas pensa che non si possa “fare affidamento su un singolo prodotto: devi avere uno strumento produttivo a disposizione nel caso in cui si verifichi una carenza o una mancanza in uno di questo, che si traduce in prezzi più alti”.

LA CINA VUOLE ANDARE OLTRE IL COBALTO

Argus parla di un “significativo distacco” dal cobalto nelle batterie che è in corso soprattutto in Cina, dove le aziende puntano allo sviluppo di batterie al litio-ferro-fosfato, che non utilizzano il cobalto nel catodo. “Sebbene il cobalto sarà ancora parte della chimica delle batterie fino almeno al 2025”, scrive Argus, “il rapido sviluppo della tecnologia litio-ferro-fosfato potrebbe cambiare questa cosa nella seconda metà del decennio”.

Alla fine del 2020 BYD, il più grande produttore cinese di veicoli elettrici, ha lanciato le sue batterie “blade battery” al litio-ferro-fosfato, dicendo di volerle utilizzare in tutti i suoi modelli futuri. Al momento, la nuova capacità installata di batterie al litio-ferro-fosfato in Cina cresce ad un tasso doppio rispetto alle batterie contenenti cobalto. Nel periodo gennaio-aprile 2021 la nuova capacità a litio-ferro-fosfato è infatti aumentata quasi del 456 per cento rispetto all’anno prima; la nuova capacità a nichel-cobalto-manganese e a nichel-cobalto-alluminio è invece cresciuta del 173,4 per cento.

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