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Emissioni Banche

L’Unione europea vuole riformare il sistema delle quote di emissione

L’Unione europea vuole che il sistema per lo scambio delle quote sia allineato ai nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030

L’Unione europea sta preparando un disegno di legge per riformare il proprio sistema per lo scambio delle quote di emissione, anche noto come ETS UE: si tratta del primo e più grande mercato della CO2 al mondo.

Questo venerdì la Commissione aprirà una consultazione pubblica sulle nuove misure. L’obiettivo generale è allineare il sistema di scambio al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, come previsto dal Green Deal.

LE NUOVE MISURE

Alcune di queste misure saranno inedite: Bloomberg scrive di strumenti finanziari per sostenere le tecnologie innovative. Altre invece saranno delle modifiche all’architettura esistente: ad esempio una drastica riduzione, nel 2023, del tetto massimo di gas serra che possono essere emessi dagli impianti che rientrano nell’ETS UE; dopodiché, un abbassamento più netto del limite ogni anno.

LA NECESSITÀ DI ALLINEAMENTO

Il mercato europeo della CO2 – fondato sull’assegnazione e lo scambio di quote di emissione tra le imprese – copre circa il 45 per cento delle emissioni di gas serra dell’intera Unione. Bruxelles però dovrà riformare il sistema per allinearlo ai nuovi e più stringenti obiettivi per la riduzione del carbonio al 2030, curandosi nel contempo di preservare la competitività delle proprie imprese nei confronti della concorrenza straniera. Anche la Cina – che la Commissione ha definito “un avversario economico”, tra le altre cose – ha intenzione di dotarsi di un proprio sistema di scambio delle quote di emissione, ma non è chiaro entro quanto tempo.

Il target attuale prevede che l’Unione europea tagli le proprie emissioni complessive del 40 per cento (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2030. Ma la Commissione vorrebbe alzare la quota fino al 55 per cento.

Rispetto ai livelli del 2005, entro il 2030 le imprese inserite nell’ETS ridurranno le proprie emissioni del 43 per cento. Il nuovo target complessivo del 55 per cento richiederà però un taglio più profondo da parte di quei settori che partecipano al sistema: dal 43 al 66 per cento.

LA RISERVA DI STABILITÀ DEL MERCATO

Oltre alla riforma dell’ETS, secondo Mark Lewis di BNP Paribas Bruxelles potrebbe mantenere i parametri più stringenti della Riserva di stabilità del mercato (MSR), un meccanismo pensato per ridurre il surplus dei diritti di emissione destinati al mercato, sostenendone così il prezzo e facilitando la riduzione della CO2 emessa. La Riserva preleva il 24 per cento delle quote di emissione in circolo ogni anno e continuerà a farlo fino al 2023, quando la percentuale scenderà al 12 per cento.

Mantenere però il tasso del 24 per cento anche oltre quella data avrebbe senso, secondo Lewis, visti i parametri climatici più stringenti che l’Unione vorrebbe adottare.

IL TRASPORTO MARITTIMO

L’Unione europea ha infine intenzione fissare un prezzo per le emissioni prodotte dal trasporto marittimo. Secondo la Banca mondiale, se il settore fosse un paese, sarebbe il sesto maggiore emettitore di anidride carbonica al mondo.

Tra le opzioni vagliate da Bruxelles ci sarebbe la possibilità di estendere il mercato della CO2 anche a questo settore, predisponendo un apposito sistema per lo scambio delle quote di emissione innanzitutto per il trasporto marittimo interno all’Unione. Con l’ambizione di applicarlo anche alle spedizioni tra l’Europa e i porti di paesi esterni al blocco.

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