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Idrogeno

Idrogeno, tutti gli accordi tra Emirati e Giappone

Gli Emirati Arabi Uniti ambiscono a diventare grandi fornitori di idrogeno, sfruttando le proprie riserve di idrocarburi e di rinnovabili

Il Giappone e gli Emirati Arabi Uniti hanno raggiunto un accordo di cooperazione sull’idrogeno, con l’obiettivo di sviluppare una filiera per il commercio bilaterale di gas. È stato firmato la settimana scorsa, durante un evento virtuale, dal viceministro giapponese dell’Economia, del commercio e dell’industria Kiyoshi Ejima e dal ministro emiratino dell’Energia Suhail al-Mazrouei.

L’ACCORDO TRA IL GIAPPONE E ADNOC…

L’accordo va ad aggiungersi ad un patto siglato a gennaio tra il governo di Tokyo e la compagnia petrolifera Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC), incentrato sulla cooperazione per lo sviluppo di tecnologie legate all’ammoniaca e al recupero del carbonio.

…E NON SOLO

Gli accordi sull’idrogeno tra il Giappone e gli Emirati Arabi Uniti sono numerosi.

La società commerciale giapponese Marubeni, per esempio, sta lavorando con la compagnia emiratina di energie rinnovabili Masdar per la costruzione, negli Emirati, di un elettrolizzatore alimentato ad energia solare per la produzione di idrogeno verde.

Il produttore automobilistico giapponese Toyota collabora sia con Masdar che con ADNOC ad un programma di ricerca sui veicoli a idrogeno negli Emirati.

LE AMBIZIONI DEGLI EMIRATI SU IDROGENO E DECARBONIZZAZIONE

Gli Emirati Arabi Uniti ambiscono a diventare uno dei principali fornitori di idrogeno al mondo, sfruttando le proprie riserve di idrocarburi e di energie rinnovabili. Il paese ha annunciato l’impegno per la decarbonizzazione entro il 2050.

GLI OBIETTIVI DEL GIAPPONE

Il Giappone, invece, sta puntando molto sull’idrogeno per il raggiungimento dell’obiettivo di neutralità carbonica al 2050. Secondo le previsioni, entro il 2030 la domanda nazionale di idrogeno arriverà a 3 milioni di tonnellate all’anno, per arrivare a 20 milioni di tonnellate entro il 2050. Gran parte di questa domanda verrà soddisfatta dalle importazioni di idrogeno blu e verde, viste gli impedimenti alla crescita della capacità rinnovabile.

La geografia del Giappone rende infatti complicata l’installazione di impianti eolici e fotovoltaici: mancano terreni pianeggianti e liberi per i pannelli solari; i mari e gli oceani che circondano il paese sono profondi, un dettaglio che fa salire i costi dell’eolico offshore. A questo proposito il governo aveva detto che il Giappone avrà bisogno di tutte le tecnologie disponibili per raggiungere l’obiettivo dello zero netto: anche l’energia nucleare.

I RAPPORTI TRA IL GIAPPONE E I PETROSTATI

Il ministero dell’Economia, del commercio e dell’industria è al lavoro sul documento per la politica energetica giapponese che – tra le altre cose – invita a mantenere rapporti solidi con i paesi produttori di petrolio e gas. Non soltanto per continuare a garantire le forniture di questi combustibili fossili, ma anche per sviluppare partnership sull’idrogeno, l’ammoniaca e la cattura del carbonio. Oltre che con gli Emirati Arabi Uniti, il Giappone sta collaborando molto anche con l’Arabia Saudita e con l’Australia.

Gli Emirati Arabi Uniti sono il secondo maggiore esportatore di greggio in Giappone, dopo l’Arabia Saudita. L’anno scorso hanno inviato nel paese circa 800mila barili al giorno.

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